Se chiedete ad uno studente diplomato presso un istituto tecnico per geometri, che si sia iscritto ad una
facoltà scientifica, quale sia stata la prima difficoltà incontrata, molto
probabilmente vi parlerà della convenzione, usata nei corsi di analisi matematica, di considerare positivo il
verso antiorario nell’orientazione degli angoli.
In effetti i geometri, a differenza dei matematici, considerano come positivo il verso orario, negativo quello
antiorario.
Una delle ragioni di questa differenza è probabilmente da ricercarsi nella storia della trigonometria: questa,
infatti, non è nata come branca della matematica, bensì da discipline come l’astronomia e la geografia.
Astronomi e geografi, nel corso dei secoli, hanno sviluppato la disciplina separatamente (e spesso anche in
anticipo) rispetto ai matematici e hanno adottato la convenzione del verso orario come positivo. Gli
strumenti di misura degli angoli (come il teodolite) sono stati costruiti conformemente a questa
convenzione, che, per le applicazioni topografiche, si è tramandata fino ai giorni nostri.
Prima di entrare nei dettagli, è bene precisare che entrambe le convenzioni sono valide e permettono
l’applicazione di tutti i risultati raggiunti nella trigonometria, patto di apportare qualche cambiamento, non
sostanziale, nella definizione delle funzioni goniometriche.
Angoli orientati e misura
Abbiamo già detto che, per l’orientazione degli angoli, in topografia si assume come positivo il verso orario;
un’altra differenza è che, nel riportare un angolo sul piano cartesiano, con il vertice nell’origine, il primo
lato viene fatto coincidere con il semiasse positivo delle ordinate, anziché, come avviene in matematica,
delle ascisse.
In figura vediamo alcuni esempi di angoli orientati, rappresentati (e misurati) secondo questa convenzione.
Seno e coseno
Consideriamo un angolo orientato A e rappresentiamolo, secondo le convenzioni viste, sulla circonferenza
goniometrica; chiamiamo P il punto di intersezione del secondo lato dell’angolo con la circonferenza stessa.
Si definisce seno dell’angolo A l’ascissa del punto P, coseno dell’angolo S l’ordinata
del punto P.
Osserviamo esplicitamente che, con la convenzione seguita, il seno è l’ascissa di P e il coseno l’ordinata,
diversamente da quanto avviene nella convenzione usata in matematica.
Senza scendere in ulteriori dettagli, osserviamo solo che i valori delle funzioni goniometriche di un angolo
dato sono sempre gli stessi, qualunque convenzione si segua.
Consideriamo, a titolo di esempio, l’angolo di 30° e valutiamone il seno e il coseno.
Usando la convenzione dei matematici, nella seguente figura riportiamo l’angolo sul piano con la
circonferenza goniometrica e leggiamo il valore del seno sull’ordinata e del coseno sull’ascissa.
Usando la convenzione dei geometri, nella seguente figura riportiamo l’angolo sul piano con la
circonferenza goniometrica e stavolta leggiamo il valore del seno sull’ascissa e del coseno sull’ordinata.
In entrambi i casi otteniamo
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