Le figure geometriche solide sono figure geometriche dotate di una tridimensionalità, ossia altezza, larghezza e profondità. Partendo da questo dato, dunque, è facile dedurre che molti elementi inseriti nel mondo circostante e utilizzati quasi quotidianamente rientrano alla perfezione nella definizione di solidi geometrici. Di questa categoria, per esempio, fanno parte i computer, le penne, i quaderni e le borse nelle quali riporre il tutto. Come se non bastasse, poi, ogni singolo elemento appena evidenziato si trova all’interno di uno spazio a sua volta tridimensionale come può essere una stanza da letto o un ufficio.
Detto questo, però, per comprendere nel migliore dei modi il concetto di figure solide, è giusto fare un confronto con le figure piane. L’elemento fondamentale che differenzia queste due realtà geometriche è il numero di misure a disposizione. Come abbiamo visto, infatti, i solidi geometrici sono dotati, oltre che di lunghezza e larghezza, anche della profondità. Elemento, questo, che manca a una figura piana. Per acquisire meglio il concetto, poi, è anche possibile fare un esempio pratico rifacendosi proprio a oggetti di uso comune come una scatola e un foglio da disegno. Nel primo caso ci si trova di fronte ad un oggetto dotato delle ormai tre dimensioni, mentre nel secondo sono presenti solamente due.
Stabilita, dunque, la differenza essenziale con le figure piane, è la volta di andare a considerare le proprietà e le parti che compongono un solido geometrico. Anche in questo caso, un ruolo fondamentale è dato dalla profondità.
Grazie a questa, infatti, è possibile andare a individuare diverse parti di un solido che, al contrario, non sono riscontrabili in una figura piana. La prima è sicuramente il volume. Con questo nome si definisce un insieme di punti che vanno a individuare lo spazio occupato dal solido. Il termine, però, può essere utilizzato anche per evidenziare la misura dello spazio. Il secondo elemento è la superficie. Anche in questo caso si fa riferimento a un insieme di punti che, però, vanno a delimitare lo spazio occupato dal solido. Con superficie, però, può essere indicata anche la misura del la frontiera del solido. Seguono la faccia, ossia uno dei poligoni che delimita il solido, il vertice, che è il punto dove si uniscono almeno tre facce, lo spigolo, identificabile con uno qualsiasi dei lati di una faccia, l’angolo diedro, che è la porzione di spazio compresa tra due facce con uno spigolo in comune e, per finire, l’angloide, ossia la regione delimitata da tre o più facce che vanno a convergere nello stesso vertice. I due ultimi concetti appena evidenziati, ossia quello di angolo diedro e angloide, presentano delle differenze evidenti. Nel primo caso, infatti, tutto ha origine da uno spigolo e lo spazio è delimitato da due facce. Nel secondo, invece, tutto parte da un vertice ed è delimitato da una serie di rette.
A questo punto, una volta identificati gli elementi che li compongono, andiamo a vedere le categorie in cui andare a dividere e organizzare i solidi geometrici. Fondamentalmente ci si trova davanti a tre grandi gruppi, poliedri, solidi di rotazione e solidi irregolari.
Con poliedri si fa riferimento a quei solidi che hanno due facce poligonali piane e che si trovano su piani distinti. Per comprendere meglio, possiamo affermare che rientrano nella categoria il parallelepipedo, la piramide, il prisma e il cubo. Con solidi di rotazione, invece, si intendono quelli che presentano una superficie curva e che sono prodotti dalla rotazione di una figura piana. Concludiamo con i solidi irregolari. Nel gruppo rientrano praticamente tutte le figure non considerate in precedenza. Infatti, i solidi irregolari sono quelli più frequenti da trovare in natura e caratterizzati da una forma mista creata da superficie curve e poligonali.